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Le antiche mura di Caiazzo

Antiche Mura di Caiazzo

Le antiche mura di Caiazzo

Alla fine del V secolo, Caiatia, insieme a Trebula e Santa Croce, è stata occupata dai Sanniti che, in continua lotta con Roma, realizzarono imponenti mura “ciclopiche” che racchiudevano un’area molto vasta, poi occupata dall’abitato romano e medievale ed ora moderno.

L’antica cinta muraria è ancora oggi visibile in diversi punti.

A causa della carenza di scavi sistematici non vi può essere certezza sull’epoca di formazione del centro urbano di Caiatia. Sappiamo solo che esso esisteva già nel IV secolo a.C. Nel 313 la città entrò definitivamente nell’orbita romana. Al IV secolo a.C. sembrano risalire le mura poligonali della città e dell’acropoli. Il tracciato delle mura è conosciuto grazie agli studi di Gioia Conta Haller ma in seguito è stato scoperta un altro tratto di cinta muraria settentrionale in un’autorimessa sita a metri 24 ad ovest di Porta Pace questo tratto permette di completare l’andamento del percorso su questo versante. Anche se non sono noti ritrovamenti di strade romane dall’esame del tessuto urbano medievale sembra di poter riconoscere un impianto urbano piuttosto regolare articolato su un asse viario principale che dalla Porta di Capua (Porta Vetere) saliva verso la collina del castello e poi scendeva a picco sui tre lati proseguendo verso l’esterno del circuito murario che attraversava il territorio ad est verso il Volturno e il beneventano.

Il decumano era intersecato a distanze regolari da strade disposte a pettine che in parte sopravvivono nella viabilità medievale.

Caiatia fu un centro di minore importanza rispetto alla grande Capua ed alle vicine Allifae e Telesia ma ebbe rilievo come nodo per la viabilità e per essere punto di riferimento di un vasto territorio agricolo in buona parte pianeggiante e per la presenza di importanti mercati.

Delle mura antiche di Caiatia conosciamo tratti sui lati Sud, Ovest ed Est e qualcosa verso Nord-Est anche se il centro urbano ingloba quasi totalmente la cinta muraria in alcuni punti si vede la cortina in opus incertum di calcare in età tardo-repubblicana. La tecnica è ai grandi blocchi dai lati tendenti al rettilineo con faccia a vista levigata. Nelle parti superstiti del lato Ovest i tratti che salgono all’arce sono in bugnato con fascia levigata lungo i bordi che è una tecnica edile greca diffusa in Italia meridionale dal IV secolo a.C. Uno dei tratti meglio conservati del lato Ovest è alto circa 4,50 m. con blocchi che arrivano anche a misurare 1,20 per 1,20. Altri tratti hanno subito rifacimenti in epoca medievale o sono stati occultati dalle abitazioni. La cinta è stata realizzata con cura quindi non in un momento di emergenza essa sembra sorta più per contenere e dare decoro all’abitato.

A causa della sua posizione Caiatia già in età sannitica era un centro di primo piano nella valle del Volturno mentre nel 306 a.C. risulta di mano romana. La fase di costruzione più recente rispetto al IV secolo a.C. cioè tardo repubblicano viene suggerita solo per spezzone in opus incertum sito nell’angolo nord-est della cinta. L’attuale recinto presenta numerosi tratti ricostruiti in età medievale.

Partendo da Largo Fossi si osserva un lungo tratto di cinta muraria addossato alla parete rocciosa dello sperone su cui si trovano le case che un dislivello di 11 metri. Nell’angolo nord si distingue una torre quadrangolare medievale realizzata in blocchi di calcare di colore grigio chiari sbozzati di dimensioni medie e piccole da qui parte il primo tratto di mura in opera poligonale di m.18 in parte inglobato nella torre. Continuando ad Est si appoggia ad essi un secondo tratto di 16 mt la tecnica è simile a quella usata per la torre si vedono blocchi più grandi forse più antichi. Tale muro si innesta in quello che doveva essere il residuo di un bastione a pianta quadrata i cui due angoli esterni sono sagomati in grossi blocchi di calcare sbozzati finemente. Ad esso si appoggia ad Est il muro di una moderna scala on tre archi realizzati in blocchetti di tufo al cui interno si vedono spezzoni di muro di età medievale ed in alcuni punti vediamo blocchi più grandi sempre in calcare grigio. Superata la scala troviamo un quarto arco di 3 metri che inquadra uno spezzone in opera poligonale molto più accurato rispetto ai precedenti esso è lungo circa 4 metri e 75 alto metri 4,5 presenta grossi blocchi di calcare. L’arco del moderno muro non permette di verificare in che modo la cinta si appoggiasse alla torre a pianta quadrangolare che si trova ad est. La torre dalle pareti rastremate è di età medievale come testimonia la tecnica edilizia e si perde all’interno delle case che si addossano a sud est del largo. Da qui è impossibile seguire la cinta muraria che ritorna solo a via ponte a 30 metri dall’angolo sud del bastione.

La cinta poi dopo un notevole salto di quota ricompare a mt. 73 da Porta San Pietro mostrando una fattura meno accurata: blocchi in calcare grigio di medie dimensioni e prosegue fino a 220 metri. A 73 metri dall’inizio di questo troncone si trova una rientranza in opera poligonale con massi color avorio privi di bugnatura e di forma quadrangolare. il tratto lungo 5 metri è più arretrato rispetto ai due precedenti come se fossero stati saldati in momenti successivi. A questo tratta si salda la cortina muraria medievale che prosegue per m.147 caratterizzata da fila di blocchetti in calcare grigio di piccole dimensioni legate tra loro da una malta grigiastra compattata da laterizi di piccoli pezzi di calcare. Proseguendo lungo il versante sud della collina la cortina medievale viene interrotta da uno smottamento del terreno e riprende dopo 4 metri e ingloba un tratto in opera poligonale. Dopo tale spezzone l’orientamento della cortina cambia e si prolunga per m. 35 lungo il versante sud ovest della collina. Lungo il muro sono visibili i vari restauri della cinta muraria medievale realizzati usando malta compattata con blocchetti di calcare e lacerti laterizi. Da questo punto il muro avanza per 23 metri verso nord-est e si può seguire la cortina medievale poi occultati dalla vegetazione dopo 30 metri troviamo un altro spezzone di muro in opera poligonale eseguito accuratamente. Una volta raggiunto il mastio quadrato del castello la cortina poggia direttamente sul banco roccioso sottostante e il bugnato è appena percepibile a ridosso di quest’ultimo tratto è stata ritrovata la cava da cui i massi sono stati estratti. Le tracce dell’antica cinta muraria riprendono verso Porta Anzia e sembrano ascrivibili al medioevo corrono lungo Via Portanzia fino a congiungersi alla torretta circolare a metà circonferenza di questa torretta parte un ulteriore tratto dell’antica cinta muraria in opera incerta realizzata in blocchi di calcare il tratto mal conservato si sviluppa per circa 6 metri fino ad incontrare un sottoportico dove lungo la parte nord si intravedono alcuni massi di maggior dimensione. Superata porta pace si intravedono negli zoccoli delle case che si affacciano sulla strada grossi massi di calcare. Le tracce dell’antica cerchia muraria ricompaiono in Via Rimembranza nel settore ovest dell’abitato ed in abitazioni private.

Lungo Via Ponte ritroviamo un’iscrizione dedicata al senatore Quinto Flavio Tranquillo:

  1. Gavio Fal (erna) Fulvio Tranquillo urbis, quaest(ori) provinc(iae) Narbonenins ordo dec( urionum) et populus patrono munific(entissimo).

“A Quinto Gavio Tranquillus, figlio di quintus, della tribù Falerna, questore dell’urbe, questore della provincia Narbonense, il consiglio dei decurioni ed il popolo al patrono munificentissimo”