Interni della Concattedrale
L’iscrizione sulla facciata recita:
IN HONOREM B. M. VIRGINIS, AC S. STEPHANI EPISCOPI
JOSEPH ANTONIUS PIPERNI EPISCOPUS CALATINUS A.D. MDCCLX
“IN ONORE DELLA BEATA MARIA VERGINE E SANTO STEFANO VESCOVO
GIUSEPPE ANTONIO PIPERNI VESCOVO CAIATINO ANNO DOMINI 1760”
Lo stemma del vescovo Piperni è riportato sotto l‘iscrizione è composto in alto a sinistra c’è un sole, a destra una zampa d’aquila che regge una sfera ed in basso da tre monti.
L’ingresso alla struttura è costituito da un portale che immette sulla navata di sx mentre il principale ingresso è costituito dal portale centrale sopra al quale troviamo un’altra iscrizione che recita:
MAGNA ERIT GLORIA DOMUS ISTIUS NOVISSIMAE PLUS QUAM PRIMAE
MAGGIORE SARÀ LA GLORIA, DI QUESTA ULTIMA CASA, CHE DELLA PRIMA
La Concattedrale, dedicata a S. Maria Assunta, è stata elevata a Santuario “Santo Stefano Menecillo” nel giugno 2012, successivamente Il 13 giugno 2013 la chiesa è stata elevata a Basilica minore.
Negli ultimi anni la struttura è stata nuovamente sottoposta a lavori di ristrutturazione ed è stata riaperta il 27 febbraio 2021. Gli interventi di recupero e conservazione all’esterno sono stati effettuati copertura e sulla superficie della facciata (sulle cornici aggettanti e sugli stucchi).
La facciata è stata ridipinta in giallo napoletano nelle parti non in rilievo questa scelta per evidenziare alcuni elementi come le lesene, i fregi ed i rilievi che sono stati dipinti di bianco.
Piantina della Concattredale
Interno della Cattedrale
Cupola
INTERNO DELLA CATTEDRALE
L’impianto della chiesa è a croce latina diviso in tre navate da pilastri, all’incrocio tra il transetto e la navata centrale si trova la cupola a scodella coperta da tegole e terminante con una lanterna rivestita di maioliche.
L’interno è decorato a stucco.
Organo a Canne
Dettaglio Organo a Canne
Organo a canne
Posto al di sopra dell’ingresso troviamo il meraviglioso organo a canne realizzato nel 1851 ad opera degli artisti Domenico Castellucci e Pietro Petillo di Napoli, successivamente smontato per realizzare il restauro post terremoto ’80, venne restaurato dalla Fabrica Artigiana Organi Michelotto di Albignasego di Padova.
L’organo è composto da due tastiere cromatiche di 61 note, una pedaliera corta dritta di 20 note. Restaurato nel 2012.
Battistero
Battistero
Di fronte alla cappella di S. Maria dei Flagelli è presente un meraviglioso battistero al cui interno è conservata l’acqua battesimale. Ha forma ottagonale (per simboleggiare l’ottavo giorno, come quello della Resurrezione ed il numero otto come simbolo dell’infinito alludendo alla rinascita dei battezzati). Presente dietro alla struttura c’è una porta che simboleggia il passaggio dalla vita peccaminosa a quella eterna.
Santo Stefano Menicillo
Cappella di Santo Stefano e San Ferdinando
Santo Stefano Menicillo
Santo Stefano Menicillo o Minicillo. Patrono della città di Caiazzo, nato nel 935 a Macerata Campania, formatosi presso l’Abbazia di San Salvatore di Capua, fu vescovo di Caiazzo dal 979 al 1023. Morì il 29 ottobre del 1023 dopo 44 anni di episcopato e venne dichiarato santo nell’ottobre 1195.
Secondo la tradizione a Caiazzo, era solito pregare nei pressi di un ulivo sito lungo la strada che porta al cimitero comunale. Ancora oggi è presente una lapide commemorativa apposta in occasione del millenario della consacrazione del santo.
Nel 28 maggio 1512 il corpo di Santo Stefano venne ritrovato incorrotto l’evento ed accolto dal popolo caiatino con giubilo il corpo fu posto in una cappella preparata con pregiati marmi nei pressi dell’Altare. Dopo svariato tempo ed una serie di spostamenti nel 1936 le reliquie furono collocate nella cappella a lui dedicata in una urna di bronzo dorato sotto l’altare, collocazione ad opera di S. Piperni.
Tra i miracoli più famosi ricordiamo “Il miracolo della colonna” avvenuto nel giorno di Pasqua del 982 mentre il Santo Vescovo, la cui fama travalicava i confini della diocesi, stava amministrando la comunione ad una grande folla. Egli si trovava vicino alla balaustrata quando una colonna iniziò a cadere sulla massa dei fedeli senza arrecare alcun danno fermata dalla mano protettrice del Santo.
A parte i miracoli operati in vita, Santo Stefano compì prodigi anche dopo la sua morte, l’anno dopo la sua scomparsa comparve ad una pia donna di notte ordinandole di recarsi in visita ad un prete colpito da una fortissima febbre e di spiegargli che se si fosse recato al suo sepolcro con vero pentimento avrebbe avuto la guarigione. Durante il tragitto la stessa donna cadde e pregando il Santo venne guarita. Inseguito riuscì a portare il messaggio al prete ammalato che guarí.
Un altro grande miracolo fu la liberazione di una donna in preda alla possessione diabolica, essa fu condotta al sepolcro di Santo Stefano e dopo le molte preghiere dei fedeli il demonio la lasciò esclamando: ” non voi, non voi, ma Stefano mi ha cacciato”.
Curiosità: nella concattedrale, tra le varie reliquie, è conservato anche il sangue di S. Pantaleone.
Sepolcro Santo Stefano
Nella cattedrale, all’entrata, lungo la navata centrale sul lato sinistro troviamo il vecchio sepolcro di tufo dove inizialmente era stato sepolto il vescovo Menicillo, recentemente coperto da un vetro che ne consente in sicurezza la visione. Ogni anno il 29 ottobre, data della sua morte, i caiatini festeggiano solennemente il santo patrono.
LE CAPPELLE
Cappella di S. Maria dei Flagelli
Cappella di S. Maria dei Flagelli
La prima cappella a sinistra è dedica attualmente a S. Maria dei Flagelli, ma originariamente vi era il Santissimo Sacramento, infatti ancora oggi sono visibili simboli come la vite ed il grano.
Sotto la volta possiamo ammirare la colomba simbolo dello Spirito Santo con il Triangolo che simboleggia la Santissima Trinità.
La statua posta sull’altare raffigura Maria come una donna ottocentesca con in una mano fulmini e saette e nell’altra Gesù bambino.
Cappella di S. Giuseppe
Interno Cappella di S. Giuseppe
Cappella di S. Giuseppe
La seconda cappella a sinistra è dedicata a S. Giuseppe, conserva l’antico pavimento in maiolica e scanni lignei.
Dettaglio Pavimentazione
Dettaglio Pavimentazione
Soffitto Concattedrale
Il soffitto è decorato con quattro putti in cielo azzurro che reggono la scritta ITE AD JOSEPH (andate da Giuseppe) ossia un invito a pregare il santo a chiedergli intercessione.
Sulla sinistra della cappella troviamo il dipinto Lo sposalizio della Vergine, al cui centro contrariamente alla tradizione non c’è Maria bensì Giuseppe con lo Spirito Santo, in mano il bastone che secondo gli episodi dei vangeli apocrifi fiorì solo quando a toccarlo fu il nostro Giuseppe a simboleggiare che fosse lui lo sposo prescelto per Maria.
Dipinto Morte di S. Giuseppe con S. Michele
A destra della cappella è invece collocato il dipinto Morte di S. Giuseppe con S. Michele munito di spada e Gabriele con un giglio, due angeli che recano i simboli legati al santo ossia il bastone fiorito e gli strumenti da falegname.
Cappella del Santissimo Salvatore
Dettaglio Cappella del Santo Salvatore
Cappella del Santissimo Salvatore
La terza cappella sulla sinistra ha sull’altare la tela con la Trasfigurazione, appaiono Gesù trasfigurato, Mose con le tavole della legge, il profeta Elia, in basso gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni.
Una nicchia sulla parete sinistra conserva una statua in legno di S. Biagio, che tradizione vuole aveva guarito un bambino feritosi alla gola con una lisca di pesce, infatti viene raffigurato un bambino accanto al santo.
Cappella di S. Stefano e S. Ferdinando
Altare Maggiore (Prima della sostituzione)
Altare maggiore
La pala d’altare con L’Assunzione della Vergine dipinto della metà del XVIII è del pittore pugliese Leonardo Olivieri, raffigura Maria al centro, nella gloria dei cieli, alla sua destra i santi Stefano e Ferdinando, che intercedono per il popolo, ai piedi sono raffigurati un canonico in tunica rossa e la cupola della cattedrale accanto al vescovo Vigilante che ne volle la costruzione.
Al di sopra del dipinto scorgiamo l’agnello dell’Apocalisse ed il libro con i sette sigilli simbolici che tengono chiuso il libro.
L’abside è rettangolare ed è coperta da volte a botte, sono presenti tre finestroni per lato con lunette corrispondenti. Ai due lati dell’altare marmoreo è presente il coro ligneo, restaurato nel 2015, con 11 postazioni. Il seggio vescovile invece è addossato al pilastro sinistro dell’arcone dell’abside.
Mentre troviamo il pulpito ligneo sorretto dall’ultimo pilastro destro della navata centrale.
Nell’ultimo intervento di restauro e conservazione della Concattedrale è stato realizzato un nuovo altare in marmo posto al centro del presbiterio. Per realizzare la base dell’altare sono stati uniti due capi altare presenti nella vicina Chiesa dell’Annunziata. I due capi altare riprendono le forme ed i materiali dell’altare maggiore e della balaustra costituiti da volte in marmo bianco con intarsi di marmi policromi (Verde Antico, Rosso Verona e Rosso Antico). I due capisaldi, essenzialmente due mensole, sono stati accostati per consentire poi l’appoggio del piano in marmo di carrara con elementi distanziatori in bronzo.
Il nuovo altare è stato consacrato dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli il 29 ottobre 2021 in occasione della celebrazione della festa del Santo Patrono.
Attuale Altare Maggiore
Dettaglio Nuovo Altare Maggiore
Cappella del Santissimo Sacramento
Cappella del Santissimo Sacramento ex novo
Nell’800 il Santissimo Sacramento venne smontato dall’attuale cappella di S. Maria dei Flagelli (prima cappella a sinistra dall’entrata).
Dipinto Gesù Risorto
Nella cappella troviamo Gesù risorto, probabilmente opera di Luigi Rodriguez, al centro in alto osserviamo il Cristo trionfante che abbraccia la croce circondato dai simboli della passione, la scala con chiodi e colonna della flagellazione, portati dagli angeli. Il sangue sgorga ai suoi piedi riempendo una vasca, dalla quale sgorgano 7 zampilli a simboleggiare i sette sacramenti.
Sotto vediamo S. Francesco, S. Maria Maddalena ed i vescovi S. Stefano e S. Ferdinando.
Sopra al quadro vengono raffigurati due angeli che recano l’eucarestia.
Cupola Santissimo Sacramento
Tra gli affreschi della cappella ai 4 pennacchi troviamo i quattro evangelisti (Luca, Giovanni, Matteo e Marco).
Agli spicchi della cupola troviamo invece raffigurati i Cherubini con i simboli della passione.
Affresco rappresentate un Angelo con i simboli della passione
Alle pareti invece abbiamo un Angelo con i simboli della passione (la croce) e sull’altra parete il Vessillo della Veronica. Nelle due lunette invece sono ritratti il Compianto sul Cristo morto e le Tre Marie al sepolcro. Gli affreschi sono attribuiti a Vincenzo Severino pittore caiatino che studiò sotto l’influsso di Domenico Morelli all’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Fra Pacifico da Caiazzo
Fra Pacifico
Nato a Caiazzo nei pressi di SS. Giovanni e Paolo il 29 dicembre del 1853, intraprese il 6 gennaio del 1875 il percorso del Poverello d’Assisi, nel giugno di due anni dopo vestì gli abiti dell’ordine col nome di Fra Pacifico da Caiazzo. In breve tempo la sua figura divenne molto popolare in tutta la città di Napoli, per la capacità di ascolto e di aiuto.
Il 29 dicembre del 1986 dal cimitero di Moiano (NA) le spoglie vennero trasferite nella cattedrale di Caiazzo, nella cappella del SS. Sacramento, accanto alla tomba è presente una teca dove sono conservati molti ex voto offerti in dono per ringraziare di una grazia ricevuta.
Al momento fra Pacifico non ha ricevuto ancora il titolo di santo ma lentamente grazie alle testimonianze si cerca di portarne avanti il processo di beatificazione e canonizzazione.
Altare di S. Giovanni Nepomuceno
Altare di S. Giovanni Nepomuceno
Braccio destro del transetto
Prima di accedere alla cappella del Santissimo troviamo il dipinto di S. Giovanni Nepomuceno, il santo patrono di coloro di cui viene detto male, poiché venne fatto uccidere dal re di Svezia che gelosissimo della moglie voleva costringere il suo confessore, Giovanni, a tradire il segreto confessionale.
Cappella dell’Addolorata
Cappella dell’Addolorata
Realizzata nel Novecento con statua di Santa Rita da Cascia, l’iconografia la descrive solitamente con un crocifisso che osserva. Secondo la tradizione devozionale, la sera del Venerdì Santo del 1432, ritiratasi in preghiera, avrebbe ricevuto una spina dalla corona del Crocifisso conficcatesi nella sua fronte (infatti nell’iconografia viene raffigurato un segno sulle tempie).
Il decoro della volta è stato eseguito dall’artista caiatino, recentemente scomparso, Domenico Tessitore, in memoria dei suoi genitori.
Cupola Cappella dell’Addolorata
Donazione di Domenico Tessitore
Cappella del Sacro Cuore di Gesù
Cappella del Sacro Cuore di Gesù
Realizzata nel Novecento conserva la statua del cuore di Gesù. L’iconografia tradizionale vuole che Gesù Cristo sia raffigurato con il cuore in evidenza con sopra una croce, il cuore è ferito a simboleggiare le ferite dei peccati operati dai noi uomini ed è circondato da fiamme, simbolo della misericordia e dell’amore del Salvatore morto per noi.
Nella cappella si conserva anche l’Albero della vita del maestro Luca Pannone.
Particolare della cappella del Sacro Cuore di Gesù
Particolare della cappella del Sacro Cuore di Gesù
Opere conservate all'interno della Concattredale
All’interno della struttura vengono conservate alcune opere, come ad esempio:
– l’Annunciazione con gattino di Francesco De Mura, pala d’altare dell’Annunziata, al cui posto c’è ora una copia ( di fronte il SS);
-Pietà tra i SS. Stefano e Ferdinando dipinto attribuito a Stefano Sparano (Cappella S. Stefano);
Sagrestia:
– S. Francesco un olio su tavola, in cui il santo campeggia su uno sfondo azzurro, anche questa opera viene solitamente attribuita a Stefano Sparano;
– S. Lucia;
– Madonna del latte XVI sec.